domenica 26 ottobre 2008

“Tuu, sai come devi faare? Tuuu, fai una cosa…”

Una delle prime cose che ti colpisce maggiormente di Palermo è senza dubbio quella che tutti conoscono come la principale piaga che ormai l’affligge da oltre un secolo… il TCIAFFICO. Non il normale traffico (con la “R”) come quello del capitolino RaccordoAnulare o della nordica Tangenziale milanese, a Palermo più che di traffico si tratta di anarchia di motori che obbediscono ad un Codice Stradale che, se esiste, deve essere scritto in siciliano stretto.

Mezzi di ogni genere (comprese carrozze a cavallo) che sfrecciano da tutte le parti, cambi di corsia (rigorosamente non segnalati) a piacere, stop ai semafori posticipati di almeno 10mt, marciapiedi riservati a moto e scooter, tamponamenti all’ordine del giorno, caschi… caschi?... cos’è un casco?? Il tutto accompagnato da una colonna sonora di clacson in un continuo aumento di suoni, in barba all’inquinamento acustico e del quieto vivere. Anche le Vespe, che da queste parti non sono mai passate di moda, fanno la loro parte di rumore e caos stradale, con una pecca che agli occhi di un vespista non può passare inosservata: sono talmente diffuse, tanto da essere usate spesso per lavoro, che ce ne fosse stata una che avesse risposto al colpetto di clacson, da sempre saluto convenzionale tra le comunità vespistiche!

Un altro aspetto che abbiamo apprezzato di Palermo, ma in generale della Sicilia, è la cordiale ospitalità delle persone cui chiedere indicazioni, aiuto o semplicemente con cui fare quattro chiacchiere. Già al punto informazioni del porto, non appena messe le ruote sulla terra ferma, un susseguirsi di carte stradali, depliant, notizie, orari e quant’altro poteva servire a Palermo, nella Sicilia che avevamo stabilito di visitare e in quella che già avevamo ammesso di non poter raggiungere (…magari in futuro!). La cosa particolare è che da chiunque chiedevamo, ottenevamo sempre risposte che avevano lo stesso incipit: “Tuu, sai come devi faare? Tuuu, fai una cosa…” e chi non poteva risolvere i nostri dilemmi stradali, non indugiava a coinvolgere parenti, amici o semplici conoscenti… quasi a farci sentire in imbarazzo per il disturbo. Addirittura, a Monreale, un vigile davanti alla nostra veloce richiesta di dove poter parcheggiare (stavamo fermi in mezzo alla strada principale), non ha esitato: “Tuu, sai come devi faare? Tuuu, fai una cosa: spengi il motore che sento il collega; qua non si potrebbe parcheggiare ma adesso vediamo cosa si può fare”. In attesa, a vespe spente con le macchine che passavano affianco, aspettavamo l’esito quasi rassegnati. Macchè! Parcheggio onestissimo, sotto il cartello di divieto di sosta, davanti ad un bar chiuso (almeno a quell’ora), con l’accortezza di non tradire la loro decisione nel caso si fosse lamentato qualcuno, “Noooi non vi abbiamo detto niente”.

L’unica pecca della giornata palermitana è stata il tentativo, miseramente fallito, di raggiungere il faro di Torre Normanna per un bagno rilassante caldamente consigliato da un palermitano con l’ennesimo “Tuu ssai come devi faare? Tuuu, fai una cosa”. Le indicazioni ci portavano a ca 30km ad est di Palermo ma… percorrendo l’autostarda, che diventavano quasi il doppio per la vecchia strada, tortuosa, forse abbandonata e comunque in pessime condizioni. Non siamo andati oltre Bagheria (!?) dove in compenso ci siamo imbattuti nella prima specialità gastronomica sicula: la brioche al gelato.

1° giorno massacrante come da programma: visita del capoluogo, toccata e fuga a Monreale poco più a sud, deviazione inattesa a Bagheria poco più ad est, scalata del monte MontePellegrino poco più ad ovest e, considerando che venivamo da Civitavecchia parecchio più a nord, possiamo dire di aver circumvespizzato Palermo in un solo giorno.

Ed eravamo appena arrivati!

(to be continued)

martedì 14 ottobre 2008

In case of Emergency


Anche noi benchè vespisti e quindi non troppo abituati alle alte velocità, sappiamo bene quali sono i rischi che si corrono tutti i giorni per le strade. E' per questo che ci facciamo promotori anche noi dell'iniziativa lanciata da Protezione Civile, Polizia dello Stato e 118...:

Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile.
Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica.
Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta,
nella lista dei propri contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza
sotto uno pseudonimo predefinito.
Lo pseudonimo internazionale conosciuto è " ICE " (=In Case of Emergency).
E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori.
In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc.
Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile.
Se pensate che sia una buona idea, inserite nella vostra rubrica ICE
e ditelo a chi conoscete, ai vostri famigliari
perchè a volte gli attimi sono preziosi e se c'è bisogno
perchè non facilitare il compito di chi ci potrebbe salvare la vita

Ancora vi segnalo i link ufficiali:

http://fontemeravigliosa.files.wordpress.com/2008/08/messaggio-protezione-civile1.pdf

http://questure.poliziadistato.it/Mantova/articolo-6-296-1199-1.htm


Il nostro consiglio è di dedicare 5 minuti per farlo... sperando che non serva mai!!