giovedì 21 maggio 2009
mercoledì 29 aprile 2009
Un mito sulle 2 ruote
da "Brum Brum - 254.000 chilometri in vespa" di Giorgio Bettinelli
Pubblicato da Vespaio 0 commenti
lunedì 24 novembre 2008
Turista fai da te? Hai!hai!hai!
Albergo carino ed accogliente davanti al cantiere navale, spiaggia piatta (ma non era una novità) con poche persone e per lo più famiglie. Oramai puntiamo tutto sulla visita dei paesini e dei lori centri storici piuttosto che sul mare. Parcheggiamo limitandoci a bloccare lo sterzo a sinistra e ad assicurare i caschi al portapacchi, quando un gentile siciliano ex vespista ci dà un consiglio dopo l’inevitabile “tu sai cosa devi fare…”, ossia che sarebbe meglio legare le vespe ad un palo, ad una panchina o, alla peggio l’una all’altra, e che i caschi sarebbe meglio portarseli dietro… dice che ultimamente c’è stato un flusso di extracomunitari che a lui gli hanno fottuto l’auto mentre comprava il giornale e non è stato nemmeno il solo… ah! dimenticavo… “se potete, compratevi una catena VERA!!”. In effetti le nostre sono quelle di acciaio intrecciato con un semplice blocco a scatto, leggerine ma fin’ora sufficienti per i posti dove siamo stati. Abbiamo capito... sarà meglio che il giro lo facciamo direttamente in sella, 4 foto in movimento e via in ferramenta a rafforzare il nostro senso di sicurezza. Ci fermiamo e subito ci fanno i complimenti per come teniamo le vespe, che “sarebbe meglio se per la notte non le lasciate all’aperto”… l’ansia aumenta proporzionalmente alle dimensioni del lucchetto che compreremo. Scegliamo una catena di taglia medio grande e un lucchetto adeguato. Due chiacchiere col ferramentista non contribuiscono di fatto a tranquillizzarci con il suo “questa catena, al più, può servire come arma contundente che come dispositivo di sicurezza, vedete basta una tronchese come questa”, appunto! come se da queste parti girassero tutti con una tronchese DA FERRAMENTA… manco fosse un oggettino tascabile! Chiediamo ironicamente se esista un occhio di riguardo per i turisti e ci risponde con un sorriso a labbra serrate del tipo “Turista fai da te? Haihaihaihai!!”.
Pubblicato da Vespaio 0 commenti
domenica 9 novembre 2008
Cannoli e bande armate
Dopo la sosta culinaria, decidiamo di proseguire deviando verso la noiosa ma sicuramente più comoda strada a scorrimento veloce Palermo-Agrigento, anche perché i chilometri che ci separano dalla costa sud dell’isola sono ancora parecchi e l’idea di percorrerli tutti per le vie secondarie, nel cuore della Sicilia, ci rende troppo tesi forse condizionati dalle vicende di cronaca che rievocano questi luoghi. Non a caso ci troviamo immersi in un paesaggio surreale: campagne sterminate e deserte (almeno all’apparenza), strade solcate da vere e proprie trincee tra catrame e asfalto, vegetazione in continuo cambiamento tra una collina e l’altra, cartelli stradali (Corleone in primis) suggestivi quanto basta a farci sospettare di tutto e di tutti, animali inclusi. Non a caso dopo l’ennesima curva “pericolosa”, dietro una casa diroccata, siamo costretti a frenare con leva e pedale… oltre 20 bovini, tra vacche e vitelli, occupano l’intera carreggiata per oltre 30mt. Davanti alla banda in mezzo alla strada, la capobranco, armata di corna e muco, ci fissa minacciosa e impassibile ai colpi di clacson e alle urla tipiche del pastore da medio alpeggio quali, lèveteeee!, camìnaaaa! Niente da fare, come se parlassimo un’altra lingua!! Gli uni di fronte agli altri, fermi, decisi, con lo sguardo fisso alla “mezzogiorno di fuoco”, in attesa della mossa del rivale. A questo punto solo 2 alternative: rissa senza esclusione di colpi oppure raggiungere un ultimatum e passare indenni quella che sembra essere la loro zona. A tutti sembra convenire la seconda ipotesi. A noi perché in netta inferiorità numerica, e a loro perché a riguardo la catena alimentare parla chiaro: “se l’uomo c’ha fame mangia l’animale” e a noi l’appetito non ci manca di certo!!
(to be continued)
Pubblicato da Vespaio 0 commenti
domenica 26 ottobre 2008
“Tuu, sai come devi faare? Tuuu, fai una cosa…”
Mezzi di ogni genere (comprese carrozze a cavallo) che sfrecciano da tutte le parti, cambi di corsia (rigorosamente non segnalati) a piacere, stop ai semafori posticipati di almeno 10mt, marciapiedi riservati a moto e scooter, tamponamenti all’ordine del giorno, caschi… caschi?... cos’è un casco?? Il tutto accompagnato da una colonna sonora di clacson in un continuo aumento di suoni, in barba all’inquinamento acustico e del quieto vivere. Anche le Vespe, che da queste parti non sono mai passate di moda, fanno la loro parte di rumore e caos stradale, con una pecca che agli occhi di un vespista non può passare inosservata: sono talmente diffuse, tanto da essere usate spesso per lavoro, che ce ne fosse stata una che avesse risposto al colpetto di clacson, da sempre saluto convenzionale tra le comunità vespistiche!
Un altro aspetto che abbiamo apprezzato di Palermo, ma in generale della Sicilia, è la cordiale ospitalità delle persone cui chiedere indicazioni, aiuto o semplicemente con cui fare quattro chiacchiere. Già al punto informazioni del porto, non appena messe le ruote sulla terra ferma, un susseguirsi di carte stradali, depliant, notizie, orari e quant’altro poteva servire a Palermo, nella Sicilia che avevamo stabilito di visitare e in quella che già avevamo ammesso di non poter raggiungere (…magari in futuro!). La cosa particolare è che da chiunque chiedevamo, ottenevamo sempre risposte che avevano lo stesso incipit: “Tuu, sai come devi faare? Tuuu, fai una cosa…” e chi non poteva risolvere i nostri dilemmi stradali, non indugiava a coinvolgere parenti, amici o semplici conoscenti… quasi a farci sentire in imbarazzo per il disturbo. Addirittura, a Monreale, un vigile davanti alla nostra veloce richiesta di dove poter parcheggiare (stavamo fermi in mezzo alla strada principale), non ha esitato: “Tuu, sai come devi faare? Tuuu, fai una cosa: spengi il motore che sento il collega; qua non si potrebbe parcheggiare ma adesso vediamo cosa si può fare”. In attesa, a vespe spente con le macchine che passavano affianco, aspettavamo l’esito quasi rassegnati. Macchè! Parcheggio onestissimo, sotto il cartello di divieto di sosta, davanti ad un bar chiuso (almeno a quell’ora), con l’accortezza di non tradire la loro decisione nel caso si fosse lamentato qualcuno, “Noooi non vi abbiamo detto niente”.
L’unica pecca della giornata palermitana è stata il tentativo, miseramente fallito, di raggiungere il faro di Torre Normanna per un bagno rilassante caldamente consigliato da un palermitano con l’ennesimo “Tuu ssai come devi faare? Tuuu, fai una cosa”. Le indicazioni ci portavano a ca 30km ad est di Palermo ma… percorrendo l’autostarda, che diventavano quasi il doppio per la vecchia strada, tortuosa, forse abbandonata e comunque in pessime condizioni. Non siamo andati oltre Bagheria (!?) dove in compenso ci siamo imbattuti nella prima specialità gastronomica sicula: la brioche al gelato.
1° giorno massacrante come da programma: visita del capoluogo, toccata e fuga a Monreale poco più a sud, deviazione inattesa a Bagheria poco più ad est, scalata del monte MontePellegrino poco più ad ovest e, considerando che venivamo da Civitavecchia parecchio più a nord, possiamo dire di aver circumvespizzato Palermo in un solo giorno.
Ed eravamo appena arrivati!
(to be continued)
Pubblicato da Vespaio 0 commenti