martedì 16 ottobre 2007

Paese che vai... perugino che trovi



Domenica 12 Agosto. Stiamo per percorrere oltre 2.000 Km e mai come stavolta ci sembra di non aver fatto i dovuti controlli e i necessari preparativi se non le due carte stradali (italiana e croata) e una tanica di olio in più per la miscela. Nonostante la sveglia abbia suonato all’ora prevista, non c’è verso di arrivare puntuali per l'appuntamento al distributore, ormai partenza fissa “da Vespe cariche”. La settimana passata aveva più o meno piovuto tutti i giorni e il dover partire e bagnarsi fin da subito ci smorzava l’eccitazione della prima vacanza itinerante che facciamo.
Al posto della pioggia, una nebbia bassa ma non troppo fitta. Passiamo per S.Martino, Ponte S.Giovanni, Pretola, Bosco e Colombella, ma la nebbia permane: “Tranquilli che di solito, quand’è così, c’è il cielo sereno!”… come non detto! Salendo per Gubbio vediamo un mare bianco e ovattato ricoprire la valle, e un brutto cielo grigio sopra le nostre teste, tanto da farci ricorrere ai K-Way sotto le selle. Alla Contessa ancora niente di buono, ne sole, ne tantomeno cielo. Ancora curve ed ecco che all’altezza del Passo del Furlo ci ritroviamo un cielo azzurro e un sole caldo che ci accompagneranno fino al confine, e tutto sommato fino alla fine della vacanza: per come si era messa ci è andata di lusso!
Facciamo la prima sosta a Fano dove raggiungiamo idealmente con un sms un amico perugino in servizio come medico al prontosoccorso del luogo, che ci risponde con un “Good luck” di incoraggiamento. Percorriamo le strade statali che attraversano le località di mare in direzione nord, con soste programmate ogni 2 ore circa. 1° tratto: Adriatica e fermata nei pressi di Ravenna dove pranziamo con piadine “crudo e pecoriiiiino” e “squacquerone e cruuuuudo” in perfetta pronuncia “romagnooooola”. 2° tratto: Romea, che, nonostante la cronaca ci sembra percorribile senza troppi problemi anche perché, essendo domenica, non incontriamo camion e c’è comunque poco traffico. Altra fermata a Venezia per sgranchire gambe e chiappe doloranti, e solo il fatto di essere arrivati fin quassù con due 125 ci inorgoglisce, soprattutto dopo i complimenti di un vespista del posto che ci saluta dandoci consigli sui fari croati da visitare (Savudrija - visto- e Veli Rat - mancato causa fine vacanza-).
Sono solo le 17:30.
Spinti dall’entusiasmo siamo quasi tentati di raggiungere Novigrad in un solo giorno ma la stanchezza e l’ansia di non trovare da dormire ci fa percorrere solo un tratto di Triestina fino a San Donà di Piave dove la proprietaria di una pizzeria, convinta che fossimo diretti e rimasti a Trieste, si congratula per aver scelto “le favolose città italiane che non hanno niente da invidiare a quelle straniere”… mangiamo in silenzio e facciamo di si con la testa!!
Il mattino dopo si riparte con il pieno (o quasi) di energie ma la prima sosta è a pochi Km. Infatti a Trieste lavora un altro nostro amico perugino e anche lui medico; lo contattiamo… purtroppo è in servizio fino a sera ma in questi giorni è venuta a trovarlo la frega (e presto moglie), anche lei nostra amica di Perugia e insegnante di italiano a Torino. Fano, Trieste, Torino, è proprio vero “paese che vai, perugino che trovi”.

(to be continued…)